IL JUDO

L'essenza del judo

Il Judo (in giapponese: 柔道) è un’arte marziale, uno sport e una filosofia giapponese.
È anche una disciplina per la formazione dell’individuo nel senso morale e caratteriale.
È diventato ufficialmente disciplina olimpica nel 1964, a Tokyo, e ha rappresentato alle Olimpiadi di Atene 2004 il terzo sport più universale, con atleti da 98 paesi.


SIGNIFICATO DELLA PAROLA JUDO:
Il termine judo è composto da due kanji (caratteri cinesi): 柔 (ju: adattabile, morbido, flessibile, cedevole) e 道 (do: via, cammino) e significa via dell’adattabilità (alla forza nemica), cedevolezza; con questo, si cerca di spiegare che il modo per vincere una forza non è opporvisi, bensì il contrario, sfruttandola e dirigendola per il proprio fine.

Jigoro Kano
I GRADI DELLE CINTURE

Le cinture sono state introdotte essenzialmente dagli occidentali per riflettere il grado. Si trovano nell’ordine la cinture bianca, gialla, arancione, verde, blu, marrone e nera.
Le cinture di colore dal bianco al marrone corrispondono alle classi, chiamate kyu: il 6° kyu è rappresentato dalla cintura bianca fino al primo kyu per la cintura marrone.

Esistono al di sopra dei kyu altri gradi chiamati dan: dal I dan al v dan, la cintura è nera; dal VI dan al VIII dan è rappresentato da una cintura a bande rosse e bianche alternate, IX ,X e XI dan la cintura è Rossa, il XII è rappresentato da una cintura bianca più fine e larga (il motivo di tale scelta è l’idea di congiunzione che si vuole dare fra il massimo livello che si può raggiungere e quello più basso).
Il II e III dan corrispondono al nome giapponese di Deshi (discepolo), il IV e V dan a Renshi (padronanza esterna), il VI e VII dan a Kyoshi (padronanza interiore), il VIII e IX dan a Hanshi (padronanza interiore ed esterna unificata) ed il X dan a Keijin (tesoro vivente). Inoltre il maestro Jigoro Kano, stabilì la possibilità di progredire oltre il X dan istituendo l’XI e il XII dan per coloro che trascendessero anche questo obiettivo, ma nessuno riuscì mai a raggiungerlo.

In Italia, i gradi inferiori alla cintura nera sono rilasciati in seguito ad un passaggio di cintura organizzati dal club. Per ottenere i differenti gradi dan di cintura nera si sostengono degli esami di tecnica, teoria e kata davanti ad una giuria regionale, fino al 3° dan, e nazionale per conseguire il 4° 5° e recentemente, anche il 6° dan, oppure guadagnando dei punti durante combattimenti ufficiali in campionati e trofei, fino al 2° dan. Successivamente al 6° dan, in Italia, i gradi vengono conferiti, per meriti federali.

Rio 2016

CENNI STORICI

La storia del Judo coincide con la vita di Jigoro Kano (1860-1938).
Partito da uno studio approfondito del Ju-jitsu e numerosi perfezionamenti, scelte le tecniche migliori, eliminate quelle dannose al fisico e sostituite con altre da lui create, Kano coordina il “Judo” per distinguerlo da tutti gli altri esistenti a quel tempo.

Il fondamento di questa nuova Arte Marziale è questa considerazione: di fronte a un avversario più forte si avrebbe facilmente la peggio, se alla sua superiore energia si opponesse resistenza. Invece di resistere, è meglio assecondare la sua stessa forza fino ad assorbirne lo slancio e a fargli perdere l’equilibrio una volta esaurita la sua spinta.

Il 1882 segna la nascita dello stile Kodokan. La formula completa del Judo-Kodokan viene dichiarata da Kano nel 1922, quando presenta in pubblico il nuovo Go-kyo, i 6 Kata fondamentali e dichiara che il fine del Judo è Amicizia e Mutua Prosperità (Ji-ta-kyo-ei) ottenuta attraverso il Miglior Impiego dell’Energia (Sei-ryo-ku Zen’yo).

Tra il 1920 e il 1930 si svolgono delle gare nazionali che tuttavia diventeranno Campionato del Giappone solo nel 1930. Gli italiani sono i primi a conoscere il Judo: presentato nel 1905 ai Reali, nel 1921 grazie a Carlo Oletti viene strutturato il Gruppo Autonomo Lotta Giapponese, che organizzerà i Campionati Italiani da 1923 al 1925 con quattro categorie di peso.
L’ingresso del Judo nella Federazione Atletica Pesante del CONI decreta la fine della prima organizzazione e le gare riprendono nel 1948 per richiesta della Polizia.

In Europa nel 1935 giungono Mikonosuke Kawaishi (in Francia) e Gunji Koizumi (in Inghilterra). L’uno proviene dal Bu-sen, l’altro da Kito-ryu Jiu-jitsu. Sono considerati i Padri del Judo Europeo, fino a oggi secondo solo al Giappone.

COME SEGUIRE UN COMBATTIMENTO

I due contendenti, indipendentemente dal loro grado effettivo di cintura, indosseranno: il primo chiamato, la cintura rossa e il secondo chiamato , la cintura bianca. Questo permetterà all’arbitro e ai due giudici d’angolo di identificare i combattenti e poter assegnare così i punti (positivi o negativi) al “ rosso “ o al “ bianco “; punti che verranno segnati sull’apposito tabellone.

L’arbitro darà inizio al combattimento con il comando Hajime (iniziate), comanderà poi brevi interruzioni con Matte (interrompete) e porrà fine al combattimento con Sore Matte (alt).

Lo scopo estremo del judo è sempre stato la ricerca dell’ippon, la vittoria diretta per una tecnica efficace. Nel judo questo avviene quando l’avversario viene atterrato in modo efficace tenendo conto di tre parametri di valutazione che sono forza-velocità-nettamente sul dorso. Nel combattimento si può arrivare all’ippon anche dopo 25 secondi di immobilizzazione nel combattimento a terra, oppure se l’avversario abbandona per motivi medici o più spesso per uno strangolamento o una leva.

I vantaggi in ordine crescente sono chiamati yuko, waza-ari e ippon. Una valutazione più alta supera sempre la valutazione più bassa. Così un waza-ari supera sempre un numero qualsiasi di yuko e yuko . Solo il waza-ari si somma e porta a waza-ari awasete ippon (due waza ari valgono ippon). Sul tavolo di giuria è collegato un tabellone orizzontale (a fondo rosso e bianco per identificare i combattenti) sul quale un ufficiale di gara addetto commuta immediatamente i numeri (secondo una scala valori prefissata) i punteggi a favore o le sanzioni decisi dalla terna arbitrale sul tatami. lo spettatore può così facilmente individuare l’atleta in vantaggio identificandolo tramite la cifra più alta che appare sul tabellone.

Se allo scadere del tempo regolamentare, il risultato è di assoluta parità, si procederà con un “tempo supplementare” chiamato GOLDEN SCORE . Il primo atleta che riuscirà ad avere un vantaggio, vincerà il combattimento. Qualora dovesse persistere ancora una situazione di equilibrio si procede con la decisione della terna arbitrale. Simultaneamente i tre giudici solleveranno una bandierina (rossa o bianca) e , in base al numero maggiore di preferenze verrà decretata dal giudice centrale la vittoria.